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Il futuro del turismo

L'italia è un paese in cui l'industria turistica è sempre stata una di quelle che hanno trainato l'economia assieme all'edilizia. Il connubio di questi due fattori a volte ha portato a creare dei veri mostri di insostenibilità ambientale e sociale.

Grande forza della nostra economia è rappresentata inoltre dalle eccellenze agricole e alimentari, dalle produzioni di alta qualità in molti settori merceologici legati alle doti artigianali e inventive del nostro popolo; altri fattori che contribuiscono all'appetibilità del nostro territorio sono la bellezza dei nostri paesaggi, del costruito storico, della cultura che, grazie alla nostra lunghissima storia, si può trovare in ogni angolo del nostro territorio e non ultimo fattore che ci rende così appetibili è il clima, particolarmente attraente in molte regioni e nei diversi periodi dell'anno per diversi potenziali visitatori.


Tutto questo conglomerato di valori costituisce il sistema Italia che d'altro canto ci ha sempre fatto essere terra di conquista, per la ricchezza intangibile che vale più di mille barili di petrolio, giacimenti di diamanti e altre ricchezze utili a comprare quello che noi già possediamo e offriamo ai nostri ospiti: serenità e tempo per il proprio benessere.



Lo scambio di beni è il motore dell'economia. Se i beni sono di alto livello e soddisfano le richieste dei nostri ospiti, quello che a noi manca può essere integrato grazie allo scambio.


Se consideriamo le nostre reali necessità possiamo anche comprendere che l'energia, attraverso le rinnovabili, la pesca, l'agricoltura, la meccanica e tutti gli altri settori industriali possono fornirci molto di quello di cui abbiamo bisogno e siano ancora una forza per il paese assieme al know how, utili per riattivarci. L'emergenza Covid-19 è arrivata come una sberla nella nostra società ma piuttosto che trattarla come una guerra e quindi organizzarci con una economia atta a farci combattere assieme, coesi contro il nemico invisibile, siamo fuggiti! Abbiamo lasciato la prima linea a lottare, senza avere una visione globale delle forze in campo che andasse oltre l'immediato. L'unico aspetto considerato, quello igenico ha lasciato sguarniti gli altri fattori e le conseguenze future che potevano essere ancor più disastrose. Ripartire ora sarà più duro perché la strategia iniziale non ha incluso questi fattori.

Inutile piangere sul latte versato. Continuare da quanto impostato è l'unica via e impostare quindi una visione diversa dell'economia che ci permetta di recuperare le ricchezze abbandonate e adattarle alla condizione contingente. Il recupero del patrimonio edilizio esistente e la sua valorizzazione sarà lo stimolo per una ridistribuzione del traffico turistico su di un territorio più vasto e funzionale alla dilatazione dei tempi di soggiorno in un turismo e strategico per il futuro. Si deve tuttavia immaginare anche una strategia immediata per cercare di recuperare quanto più possibile la stagione turistica ormai persa per quanto riguarda il turismo internazionale ma ancora salvabile per il turismo interno e prepararci ad una offerta turistica che avrà altre necessità per molto tempo e diverrà lo spunto per ripensare il turismo in generale, e differenziarlo da quello dei concorrenti per qualità e offerta.

Le proposte concrete per riattivare immediatamente il turismo devono fare affidamento su noi stessi e non su aiuti esterni che comunque saranno ben accetti.

  1. Realizzazione di un sistema in cui la clientela e il settore dell'ospitalità e del divertimento interagiscano in rete per rispondere alle mutate esigenze dei tempi distribuendo la clientela nel tempo e nello spazio e consentendo delle rendite trasversali sul travaso di clientela fra un operatore e l'altro.

  2. Integrare il cliente come parte della filiera economica coinvolgendolo nel sistema di diffusione delle informazioni in un'ottica di economia circolare che contribuisca ad abbattere le spese di marketing da pagare ad incasso avvenuto con voucher vacanza.

  3. Investire i guadagni ottenuti per supportare tutte le nuove necessità di diradamento, sanificazione, allungamento dei periodi di vacanza conseguenti anche al fatto che le attività industriali dovranno comunque avere una densità minore di addetti e ferie distribuite su un più lungo periodo dell'anno. Reindirizzare le attività di ristorazione su servizi personalizzati e parcellizzati che apportino una valore aggiunto alla vacanza.

  4. Riorganizzare le strutture di accoglienza in modo diffuso e integrato al tessuto sociale diminuendo gli assembramenti costieri e garantendo una mobilità diffusa on demand.

Tutte queste attività si possono finanziare a attuare mediante una rete in joint venture, adottando una moneta conservativa per misurare gli scambi fra i vari attori del sistema ( clienti inclusi) e quindi riattivare l'economia coinvolgendo anche il settore edile per una sana valorizzazione del patrimonio immobiliare esistente.


Questo modello è il nostro modello MyA Circle applicato invece che alla sola filiera dell'abitare, anche al settore turistico. E' un sistema già operativo e che si può basare su di un unico sistema economico integrato alla comunicazione web e che permette di far lucrare gli imprenditori turistici anche sulla gestione dei big-data che essi stessi e la loro clientela generano.




L'unica opzione che gli operatori turistici hanno per evitare troppi fallimenti domani è quella di coalizzarci assieme oggi. In Liguria la filiera dell'abitare è strettamente legata al turismo. Anche in molte altre regioni Italiane il turismo è il motore dell'economia. Se muore il settore turistico, muore tutto il resto!

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